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•Gettysburg, 3 luglio 1863:
la carica di Pickett
Testo di Stefano
Senesi
Pubblicato il 16/11/2009
Consultando queste due mappe la
lettura dell'articolo potrebbe risultare più agevolata: Mappa 1 (3 luglio 1863, dalle 14:00 alle 14:45), Mappa 2 (3 luglio 1863, dalle 15:00 alle 16:00). Ringrazio gli
amici s.silvestri, forrest e beauregard, per la loro collaborazione.
Premessa
Gettysburg, primo pomeriggio del 3 Luglio: dopo due giorni e mezzo
di sanguinosi combattimenti, l’Armata Confederata della Virginia del
Nord al Comando del Gen. R.E. Lee forte di 75.000 uomini circa, non
è riuscita ad avere ragione dell’ostinata resistenza delle truppe
dell’Armata unionista del Potomac, al comando del Gen. G.G. Meade.
L’esercito Nordista forte di 90.000 uomini circa, è asserragliato e
trincerato sulla collina e la cresta del cimitero che ne è il suo
proseguimento, retrostanti la cittadina di Gettysburg in
Pennsylvania. La dislocazione delle truppe nordiste assomiglia ad un
amo da pesca con il gambo rivolto verso sud e l’uncino verso nord.
Le truppe confederate che la fronteggiano, sono dislocate ad ovest
del gambo sulla cosiddetta cresta del seminario ed a nord dentro e
nei pressi della cittadina di Gettysburg. L’obbiettivo che il Gen.
Lee si prefigge in questa battaglia è ambizioso: distruggere o
perlomeno sconfiggere duramente L’Armata del Potomac; il governo
confederato spera che a seguito di questa eventuale sconfitta,
l’unione si convinca ad accettare una tregua ed intavolare
trattative di pace.
I tentativi fatti dai confederati nei due giorni precedenti di
sfondare i fianchi dell’armata nemica, non hanno dato gli esiti
sperati. Il Gen. Longstreet, l’uomo di cui Lee si fida di più,
suggerisce un piano: aggirare l’Armata nemica, interporsi frà lei e
la capitale Washington in modo da costringere stavolta Meade a
dissanguare il proprio esercito attaccando. Il Gen. Lee ha un altro
piano in mente e rigetta più volte la proposta di Longstreet. Il
condottiero sudista ha deciso: i fianchi del nemico sono stati
rafforzati per ovviare alle perdite subite nei giorni precedenti,
per far ciò Meade deve avere per forza indebolito il centro, in
quella zona in prossimità di un gruppetto di alberi che dovrà
costituire il punto di convergenza dell’attacco, Lee stima che non
ci siano più di 5.000/6.000 uomini, appartenenti al 2° corpo
d’armata agli ordini del Gen. Hancock., con due divisioni (Hays e
Gibbon). L’attacco si farà proprio lì. Lee decide di impiegare per
la carica 15.000 uomini circaa, garantendosi una notevole
superiorità numerica locale.
Il suo piano è semplice: un grande bombardamento, come mai si è
visto prima, dovrà sconquassare e mettere a tacere il più possibile
l’ artiglieria e la fanteria nemica, dopo di che la fanteria
confederata dovrà avanzare, spezzare in due le difese nemiche presso
il sopraccitato gruppetto di alberi e avvilupparne i due tronconi,
specialmente quello a nord.
A completare l’opera di distruzione del nemico a questo punto dovrà
intervenire la cavalleria del Gen. Stuart attaccando dal retro il
nemico in ritirata causandone la rotta definitiva, se tutto andrà
per il meglio come spera Lee, questo potrebbe addirittura portare
alla fine della guerra con il conseguente riconoscimento della
Confederazione come stato sovrano.
All'atto pratico
La battaglia ha inizio con il grande bombardamento eseguito
dall’artiglieria confederata al comando del giovane Colonnello
Alexander. In un ora e 45’ ca, 30.000 proiettili vengono scagliati
contro le linee nemiche ma le cose iniziano ad andare subito storte.
Gran parte dei colpi passa sopra la testa dei fanti, le cui difese
sono tutt’altro che imponenti. L’Artiglieria nordista, ancora più
allo scoperto della fanteria, subisce più danni, ma riesce limitare
le perdite in un numero più che ragionevole rimpiazzando molte delle
batterie distrutte con rapidità. Gli unici esiti che il
bombardamento partorisce non sono incoraggianti per i sudisti: le
munizioni cominciano a scarseggiare senza che abbiano procurato
gravi danni al nemico e rendono nulla la visibilità, il Col.
Alexander non può stimare con tutto il fumo che ha alzato il
bombardamento, l’entità dei danni eventualmente arrecati al nemico.
A confondere ulteriormente Alexender, contribuisce l’abile tattica
del comandante dell’artiglieria nordista, Gen. Hunt che rallenta e
diminuisce il numero dei colpi sparati contro il nemico, illudendo
il Gen. Alexander che gran parte delle batterie nemiche sono state
messe fuori uso.
Il Gen. Longstreet è recalcitante, teme che mandare all’assalto la
fanteria senza sapere come il bombardamento ha “conciato” il nemico,
sia un suicidio. Era già contrario al piano prima, figuriamoci
adesso! Ma non può certo revocare gli ordini del Generale Lee e
quindi le brigate destinate all’assalto vengono schierate. Tre di
esse, che costituiscono il fianco destro degli attaccanti, fanno
parte della divisione agli ordini del Gen. Pickett che darà il nome
alla carica, due vengono disposte in prima linea (Garnett e Kemper),
la terza (Armistead) a sostegno. Il fianco sinistro è formato da sei
brigate delle divisioni Pettegrew e Trimble, le quattro di Pettegrew
sono disposte in prima linea (Marshall, Davis, Fry e Brockenbrough),
le due di Trimble (Lowrance e Lane), in seconda. Altre due Brigate
della divisione Anderson ( Wilcox e Perry), a sostegno.
Le fanterie confederate scattano in avanti ma, come è naturale
attendersi, l’artiglieria unionista che ben pochi danni ha subito
dal bombardamento come illustrato precedentemente, comincia a
bersagliare gli attaccanti con un fuoco terrificante. Per il fianco
sinistro degli attaccanti le cose si mettono subito male: la brigata Brockenbrough presa di fronte e d’infilata oltre che
dall’artiglieria nemica e dall'8th Ohio Infantry,
schierata sul suo fianco sinistro, và subito in frantumi Non và
molto meglio poco dopo anche la brigata Davis , anche le altre
brigate della divisione Pettegrew sono in difficoltà nell’avanzare
verso le trincee nemiche; verranno ributtate indietro con perdite
ingentissime complice anche la moschetteria unionista entrata
prontamente in azione, senza quasi quasi aver stabilito un contatto
di fuoco. Stesso destino subiranno più o meno le brigate di Trimble.
Oltre al fuoco nemico a frenare l’avanzata di tutte e nove le
brigate sudiste via è anche uno steccato che fiancheggia la strada
per Emmitsburg.
Gli attaccanti sul fianco destro non subiscono sorte migliore:
bersagliati anche loro dall’artiglieria nordista, nelle brigate
Kemper e Garnett si aprono vuoti paurosi che riducono quasi del
tutto il loro slancio offensivo, miglior sorte subisce la brigata
Armistead che riesce ad arrivare sino ed oltre i trinceramenti
nemici. Ma sono troppo poche le truppe arrivate fino là e vengono
respinte con perdite. Particolarmente aspra è risultata per gli
avanzanti la lotta presso una zona in cui le truppe nordiste sono
trincerate detta “l’angolo”. Come si evince dal nome stesso, in quel
punto i confederati vengono colpiti dal fuoco nemico oltre che di
fronte, anche sul fianco.
La grande battaglia è praticamente finita, il sogno di vittoria dei
confederati infranto. Lo scontro è costato complessivamente ai
sudisti nei tre giorni di battaglia 28.000 uomini fra morti
prigionieri e feriti, 23.000 ca saranno le perdite dell’unione. Il
giorno successivo il Gen. Lee ordinerà la ritirata in Virginia della
sua Armata.
La battaglia di Gettysburg è stato lo scontro più sanguinoso mai
combattuto sul suolo americano.
Sino qui il racconto della
carica. Molti storici hanno definito l’assalto una vera e propria
azione suicida. Ma fù davvero così oppure l’attacco poteva avere un
esito positivo? furono commessi dai confederati degli errori che ne
pregiudicarono l’esito? proviamo ad analizzare il tutto in maniera
un po’ più approfondita.
Il terreno
Nel dopoguerra i sudisti definirono la posizione unionista sulla
cresta del cimitero come formidabile, tale posizione era in effetti
una buona posizione, ma secondo la storico E..Coddington i sudisti
esagerarono nel magnificarla. Tale esagerazione trova
giustificazione nel fatto che così facendo, il valore ed il coraggio
dei suoi soldati ne sarebbe uscito ingigantito. Così lo storico
descrive la cosa:”…La posizione nordista lungo Cemetery Ridge era
difficile ma non impossibile da espugnare, e non era neppure
lontanamente così formidabile come i reduci Confederati l'avrebbero
in seguito descritta. Le truppe Federali e l'artiglieria non si
trincerarono né alzarono barricate per garantirsi un minimo di
protezione; la fanteria trovò qualche riparo dietro i muretti a
secco che i contadini avevano costruito per delimitare i propri
terreni, ma le batterie nordiste a sud del boschetto stavano
completamente allo scoperto. Cemetery Ridge era ben lungi
dall'assomigliare a Marye's Heights (Fredericksburg), con le sue
cime boscose coronate dai cannoni e con la fanteria allineata ai
piedi dell'altura lungo una strada in trincea. Certo, Cemetery Ridge
dava un innegabile vantaggio a difensori abili e coriacei, che
avessero avuto l'accortezza di sparare basso. Solo un attacco ben
coordinato, con l'artiglieria e la fanteria che avessero agito in
stretta collaborazione, poteva sperare di avere successo. In
un'Armata poco organizzata come quella di Lee sarebbe stato
difficile ottenere queste condizioni. E Longstreet, investito del
compito di eseguire l'attacco, non aveva fiducia in esso. Nel
dopoguerra gli attacchi verso la sua condotta e i ricordi
dell'infelice situazione nella quale il Destino lo aveva cacciato,
lo amareggiarono a tal punto che scrisse con rabbia: "Lee sapeva che
non credevo nel successo dell'attacco, e che avrebbe dovuto porre al
comando un ufficiale che avesse più fiducia nel suo piano; 2/3 delle
truppe appartenevano ad un altro Corpo, e non c'era alcuna ragione
di affidarle al mio comando." . Il terreno su cui le truppe dovevano
avanzare, 1 miglio ca., era praticamente tutto allo scoperto ma
presentava delle piccole ma utili ondulazioni .
Si può quindi desumere da quanto sopra scritto che fu commesso
qualche errore nell’applicazione di tutta l’operazione, visto che la
posizione era forte ma non imprendibile ed il terreno, seppur molto
simile ad una piazza d’armi, era meno insidioso di quanto
comunemente si creda. Passiamo ora ad analizzare un altro fattore
cruciale dell’operazione:
Il bombardamento
I sudisti misero in posizione ben 163 pezzi in circa 3 km. Il
bombardamento secondo i piani di Lee , doveva “spazzare via”
artiglierie e fanterie nemiche. Nella realtà dei fatti furono
scagliati contro le posizioni unioniste circa 30.000 proiettili in
un ora e 45’ di tempo ca. senza che essi dessero l’effetto sperato.
Gran parte dei colpi passò sopra le loro teste ed andò a spegnersi
nelle retrovie causando danni limitati. Il bombardamento fù ben
progettato ed eseguito? Vi sono forti dubbi su questa faccenda,
forse sarebbe stato meglio organizzarlo diversamente visto che
l’enorme concentrazione di bocche da fuoco mise in preallarme i
federali e soprattutto non produsse gli effetti desiderati. Dopo un
1h e 45’ il Colonnello Alexander lamentava la drastica riduzione
delle munizioni nei propri cassoni. Forse sarebbe sto meglio
suddividere il bombardamento in due “ondate”:
Il primo bombardamento avrebbe avuto la funzione di sorprendere e
sconquassare le forze federali in tempo sufficiente (30’) a
consentire alle fanterie di schierarsi nella piana. A questo punto
il secondo raggruppamento, fresco e carico di munizioni, avrebbe
appoggiato l’avanzata della fanteria. Come tutti voi sapete il
Generale Hunt, durante il bombardamento iniziale, ritirò
progressivamente un certo numero di pezzi in modo da poterli
impiegare più efficacemente contro le fanterie. Anche ammettendo che
Hunt riproponesse la manovra, stavolta i suoi pezzi sarebbero stati
oggetto del fuoco di controbatteria del secondo raggruppamento. Alla
fine Hunt avrebbe dovuto optare per una delle tre scelte: -
concentrarsi sui pezzi confederati; - concentrarsi sulle fanterie
avanzanti; - dividere le sue batterie per rispondere ad entrambe le
minacce. Probabilmente si sarebbe concentrato su Pickett, stavolta
protetto da un discreto fuoco di copertura.
Oltretutto dividendo il bombardamento in due fasi, il Colonnello
Alexander responsabile dell’operazione avrebbe avuto modo di
controllare l’efficacia ottenuta dalla stesso. Le cose come sappiamo
furono organizzate in maniera differente e l’intensissimo
bombardamento, causò un tale polverone e confusione che non diedero
modo al Colonnello Alexander di stabilire se il risultato prefisso
era stato ottenuto. Non ebbe modo di vedere granchè tra la cortina
di fumo.
Finito il bombardamento entrò in campo la fanteria, 9 brigate
dovevano avanzare contro i trinceramenti nemici, due fungevano da
immediato supporto. Ma come fù organizzato l’attacco della fanteria?
La fanteria va all'attacco
Come ho scritto sopra 9 brigate mossero in avanti, le 3 brigate che
formavano l’ala destra dello schieramento sudista erano della
divisone Pickett, le brigate Garnett e Kemper in prima linea, la
brigata Armistead a sostegno, tutte e tre le brigate erano formate
da reggimenti della Virginia. Erano, come ebbe a dire il Prof.
Luraghi nella sua opera, il fior fiore della Virginia, fresche e non
avevano combattuto nei giorni precedenti.
L’ala sinistra della fanteria avanzante era formata da quattro
brigate della divisione Pettegrew in prima linea: brigate Davis,
Fry, Marshall e Brockenbrough; due brigate della divisione Pender,
Lowrance e Lane in seconda linea. La brigata Wilcox a sostegno. I
reggimenti che le componevano provenivano dalla Nord Carolina,
Alabama, Mississippi e Tennesse. Proprio sulla composizione dell’ala
sinistra della Fanteria avanzante dobbiamo concentrare la nostra
attenzione.
Tutte queste Brigate facevano parte del corpo di A.P.Hill ed avevano
combattuto 36 ore prima, resta un mistero perché altre due brigate
la Mahone e la Posey che erano fresche, non furono impiegate.
Alcune di queste Brigate erano addirittura composte da novellini e,
come le altre del corpo di Hill, avevano subito perdite durissime
nei combattimenti di 36 ore prima. Lo storico Stewart ci riassume
così tutta la vicenda: “Quanto alla scelta delle truppe da
affiancare a Pickett, Lee commise un altro clamoroso errore; scelse
la Div. del Generale Heth, perchè il giorno prima non era stata
impegnata. Ma il giorno precedente aveva subìto il 40% di perdite!
Inoltre 2 delle sue Brigate avevano ricevuto il battesimo del fuoco
solo il 1° Luglio. Come spiegare questi clamorosi abbagli da parte
di un Generale celebratissimo come Lee? L'ignoranza di Lee riguardo
la condizione delle sue truppe è evidente. Forse fu dovuta ad uno
scadente operato del suo Stato Maggiore, che non lo informò a
dovere. Ma potrebbe anche esser fatta risalire al romanticismo del
carattere sudista, ad un rifiuto di guardare in faccia la realtà, ad
una ritrosia ad ammettere che i disprezzati yankees fossero davvero
pericolosi. Questa sicurezza, quest'ottimismo, non dovrebbero
nemmeno per un istante venire dimenticati nell'analisi della
battaglia di Gettysburg.”.
Purtroppo nell’armata del Nord Virginia, gli appelli e contrappelli
con i rapporti sulle perdite, non erano mai fatti con correttezza
anzi, alcune volte nemmeno erano fatti, già ad Antietam nel 1862,
Lee combattè quella grande battaglia senza essere a conoscenza
dell’esatto numero di uomini a sua disposizione.
Resta il fatto che alcune di queste Brigate che componevano l’ala
sinistra dello schieramento confederato, anche perché prese da un
fuoco d’infilata, furono le prime a “dissolversi” sul campo di
battaglia, mollando fucili ed equipaggiamento per darsela a gambe
levate.
Esito della carica
Dei 15.000 uomini, probabilmente meno, che andarono all’assalto, ben
pochi arrivarono ai trinceramenti nemici, troppo pochi per portare a
compimento il piano di Lee. Accese polemiche scoppiarono dopo, c’è
chi accusò il gen. Longstreet di non aver dato ulteriore supporto in
uomini alle truppe che andarono all’assalto, comunque era il Gen.
Lee che comandava ed a lui spettava l’ultima parola. Le
recriminazioni del Colonnello Alexander sono ben presenti nelle sue
memorie: ”La questione sembrava semplicemente un fatto di supporto,
che era compito del generale Lee. Vidi diverse delle brigate di Hill
formarsi per supportare Pickett, e sentii dei rumori che Lee avesse
parlato di un attacco unito da parte dell'intera armata.”. Le cose
non andarono così e le recriminazioni del Col. Alexander nelle sue
memorie si fanno ancora più amare: ”Dovrà essere stato con amaro
disappunto che il generale Longstreet vide il fallimento della sua
speranza di evitare un inutile massacro, poichè era pienamente
convinto della disperazione del gesto. Tuttavia anche lui avrebbe
potuto a mala pena realizzare, fino a quando gli eventi lo
mostrarono, quanto interamente impreparati erano Hill e Ewell ad
assistere il suo assalto e sfruttare prontamente il vantaggio del
temporaneo successo. Nessuno dei loro cannoni fu schierato con
l'idea di un fuoco cooperativo, neanche quella di seguire l'assalto,
e molte delle loro munizioni furono sprecate prematuramente. E
sebbene l'assalto di Pickett, quando lanciato, raggiunse i cannoni
nemici, nessuno si degnò nemmeno di prepararsi per andare in suo
aiuto. Il peso dell'intera operazione cadde sulle 10 brigate
impegnate. Le altre 27 brigate e 56 cannoni freschi furono solo
degli sparsi spettatori” Come si può evincere dall’amarezza del Col.
Alexander, mancò coordinazione e prontezza di riflessi per poter
appoggiare in maniera vincente l’assalto.
Un altro prezioso documento che testimonia l’amarezza per la
vittoria mancata è quello del maggiore Timberlake:
"Dopo che fui catturato e fui condotto verso le retrovie nemiche,
passai davanti al generale Patrick, il comandante federale della
polizia militare, che distinse il mio grado guardando la stella sul
mio colletto e che ordinò ad una guardia di condurmi da lui.
Rivolgendosi a me con il mio grado mi disse: "Ho sentito maggiore,
che il generale Pickett è morto"; gli risposi "No signore, il
generale Pickett è vivo". Allora egli disse "ancora pochi uomini
maggiore, e avreste conquistato la vostra indipendenza proprio qui."
Gli risposi dicendo "Si generale, e qui l'abbiamo persa".
L’osservatore militare inglese Col. Freemantle narra: “"4 Luglio -
... Alle 14:00 ci siamo incamminati verso l'accampamento del
generale Longstreet, che era stato spostato a 3 miglia di distanza,
sulla strada di Fairfield. Il generale mi ha parlato a lungo della
battaglia. Mi ha detto che l'errore che hanno commesso è stato
quello di non concentrare l'armata, e compiere l'assalto ieri con
15.000 uomini invece di 30.000. L'avanzata è stata su tre linee e le
truppe del corpo di Hill che hanno aperto la strada erano giovani
soldati, mai stati sotto il fuoco precedentemente.". Resta un
mistero il fatto che Longstreet non avesse in precedenza insisto
vigorosamente per convincere Lee a dargli più uomini per eseguire la
carica. E’ ipotizzabile il fatto che, non avendo fiducia nella sua
riuscita, Longstreet non se la sentisse di mandare al massacro altri
soldati.
Dall’altra parte della barricata, all’inizio dell’assalto, non è che
fra gli unionisti regnasse l’ottimismo. Nei primi due giorni di
battaglia le loro linee avevano scricchiolato, c’era il timore, fra
loro, che il 3 luglio non avrebbero tenuto. L’avere respinto la
carica un po’ sorprese anche loro e, primo fra tutti, il loro
comandante, Generale Meade. I nordisti avevano il vantaggio della
difensiva tattica d’accordo, ma l’inferiorità numerica in quel punto
era accentuata. Le memorie del tenente unionista Haskell in cui
narra il dialogo frà di lui ed il comandante ne sono la riprova più
fedele. Lì per lì, avendo avuto notizia dal tenente Haskell che
l’attacco era stato completamente respinto, il Gen. Meade rimase
basìto.
Congedo
Una volta rientrati in Virginia, cominciarono frà i confederati le
polemiche. I Nord Caroliniani accusarono i Virginiani e viceversa.
Il Gen. Longstreet, che comandò la carica, continuò anche nel
dopoguerra a ribadire che il Gen. Lee non avendo accettato i suoi
suggerimenti, mandò le sue truppe al macello. Accusò Lee di aver
perso in quei giorni “il ben dell’intelletto” La sete di vittoria,
secondo Longstreet, lo accecò..
Molti sudisti lamentarono il fatto che l’attacco non fu supportato a
dovere e che molte brigate rimasero a guardare invece d’essere
utilizzate. Come mai? Le supposizioni fatte dagli storici sono
molteplici: è probabile che Lee nel pieno fragore della battaglia
non si rese bene conto di che cosa stava succedendo e non diede
l’ordine alle altre brigate di avanzare, come può darsi benissimo
che se ne rese conto anche troppo bene e visto la fine che stavano
facendo le nove brigate mandate all’attacco, evitò di inviarne altre
al macello con il rischio di distruggere la sua armata.
Longstreet di certo non fu molto collaborativo con il suo
comandante. Il suo atteggiamento da “battuto in partenza”, non aiutò
certo il Gen. Lee a prendere quelle decisioni che il momento
richiedeva. Forse Lee sbagliò a designare proprio Longstreet, l’uomo
di cui si fidava di più, al comando dell’assalto, visto le sue
opinioni negative in merito alla manovra da effettuarsi. Magari
sarebbe stato meglio affidare la carica ad Hill ma, sarebbe stato
all’altezza della situazione ?
Dall’altra parte Meade fù abile nella conduzione dell’intero
scontro, molto in gamba nello specifico fù Hancock, i cui uomini non
tremarono mai di fronte al nemico che gli arrivò addosso e che
sembrava lì per lì, una marea inarrestabile. Resta comunque il fatto
che i nordisti attesero la carica come quasi dei predestinati alla
sconfitta ed invece ne uscirono vincitori, anche se provatissimi.
Prova ne è che non tentarono di sfruttare la vittoria
controattaccando. Era stata una prova durissima anche per loro. Ad
ogni modo mi sembra palese che più di un errore fù fatto dai sudisti
nell’organizzare e sviluppare tale carica.
Il Gen. Lee rimase al di sopra di polemiche e accuse reciproche
varie, rassegnando le proprie dimissioni al Presidente della
Confederazione J.Davis. Il presidente le rifiutò e Lee restò al
comando fino al termine del conflitto.
Ma dopo Gettysburg, l’Armata Confederata della Virginia del Nord,
perse l’iniziativa strategica e non la riconquistò più.
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