•Gli stati Le amministrazioni statali tra il 1790
ed il 1840, sono secondo gli studiosi americani, tra cui il prof.
John J. Wallis38, il più attivo
livello di governo dell’Unione. I motivi sono vari tra cui il fatto
che la nuova costituzione lasciava loro ampi poteri e perché tranne
i governi federalisti, la classe politica tendeva a circoscrivere le
prerogative federali, piuttosto che allargarle e questo permetteva
agli stati di agire dove il governo centrale non agiva. Il motivo
che però, ai fini di questo scritto si trova più interessante, è che
gli stati compirono maggiori opere pubbliche perchè erano in grado
di fare ciò che il governo federale non poteva. Promuovere la
crescita economica, costruire infrastrutture e garantire l’equità di
opportunità economiche e politiche erano compiti di entrambi i
livelli, ma solo l’amministrazione statale riuscì ad operare al
meglio. Per gli stati era più facile raccogliere i tributi o trovare
mezzi di finanziamento, anche a seguito della “espropriazione” dei
diritti doganali. Questo per due ragioni: la prima riguardava il
tipo di imposte che venivano applicate e la seconda fa riferimento
ai benefici connessi all’uso del denaro pubblico. Mentre la
Federazione esercitava il suo intervento su opere pubbliche di
carattere nazionale o per le quali i benefici potessero essere
goduti dai cittadini di più stati, i governi statali avevano poteri
su opere, quali strade e canali, che interessavano il proprio
territorio. Tali governi potevano con molta più facilità imporre
tributi a quegli stessi industriali che avrebbero beneficiato del
servizio pubblico. Abbiamo parlato in precedenza del fatto che vi
fossero all’epoca degli schieramenti di tipo economico tra Nord e
Sud, e non è plausibile pensare che il governo centrale avrebbe
raccolto tasse in tutto il paese per poi costruire infrastrutture
solamente a favore delle manifatture del settentrione. Ogni singolo
stato era invece libero di scegliere il tipo di tributo da imporre e
la spesa da effettuare ed in pratica di creare il “proprio”
sviluppo. Così emerse non un sistema economico nazionale, come nelle
aspirazioni dei federalisti, ma un aggregato di sistemi locali. |
||