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•Prigioni e campi di prigionia nordisti & sudisti

Esistevano quindi vari tipi di luoghi dove i prigionieri di guerra venivano alloggiati. Vi erano le vecchie fortezze, le vecchie prigioni, edifici convertiti appositamente in prigioni, campi recintati con alloggiamenti già esistenti o appositamente costruiti, campi recintati con tende e infine campi recintati senza alcun tipo di riparo per i prigionieri.
Le vecchie fortificazioni si dimostrarono poco utili e ad esempio dal lato nordista a Fort Warren, a Boston, dopo i primi mesi soltanto più generali sudisti, politici, dissidenti o membri della marina vennero ospitati. Qui furono imprigionati i diplomatici legati all’affare del Trent e in particolare dopo la resa della Confederazione ospitò personaggi illustri del sud. Fort Lafayette, a New York, ospitò qualche soldato, ufficiali ma soprattutto dissidenti politici. A Fort McHenry, a Batlimora, vennero ospitati soldati, ufficiali, preti militari, medici e civili. A Fort Delaware invece vennero reclusi non solo civili e ufficiali, ma anche molti soldati. Per i numerosi soldati ospitati vennero costruiti degli alloggiamenti, seppur scadenti. Morirono circa 2.500 confederati in questa prigione. Per quanto riguarda la Confederazione solo una struttura rientra in questa categoria, ovvero Castle Pinckney a Charleston, dove furono ospitati soldati e ufficiali nordisti.

Anche le prigioni già esistenti non furono molto utili dato che si facevano già carico di contenere i normali criminali. Un esempio è il penitenziario di Columbus, Ohio, che tra i suoi ospiti ebbe il celebre generale John H. Morgan. Più famosa è la prigione di Alton, in Illinois, che era quasi sempre sovraffollata, aveva poche riserve d’acqua e il tasso di mortalità era molto alto.
Se le vecchie prigioni erano più utilizzate al nord, al sud prevalevano gli edifici convertiti in galere. Questi edifici erano molto diffusi a Richmond come anche a Danville, Lynchburg e Shreveport. In particolare nell’industriale Richmond molti edifici vennero convertiti. Tra questi spicca la fabbrica Liggon dove vennero imprigionati gli ufficiali e alcuni soldati catturati a First Manassas e a Ball’s Bluff. La struttura fu poi convertita in un ospedale. A Castle Thunder si trovavano prevalentemente dissidenti politici e civili, ma anche disertori. La prigione di Libby era una deposito, ma fu convertito per ospitare soprattutto gli ufficiali nordisti. Questi erano alloggiati in otto stanze ma dovevano dormire per terra e le condizioni peggiorarono sempre più. Quando la Libby divenne troppo sovraffollata alcuni prigionieri vennero mandati a Macon, Danville e Salisbury. A Cahaba, in Alabama, fu allestita una prigione in un deposito di cotone parzialmente senza tetto. All’inizio del 1864 alcune centinaia di prigionieri vennero ospitati qui prima di essere mandati ad Andersonville. Anche nell’estate del 1864 vennero ospitati dei prigionieri e ad ottobre più di 2.000 uomini si trovavano nell’edificio e nella recinzione che lo circondava. Inoltre la struttura era male gestita e mal controllata.

Sebbene prigioni di questo tipo, come già detto erano principalmente sudiste, anche i federali convertendo il vecchio campidoglio o nell’edificio di Gratiot Street a St. Louis andarono a recludere prigionieri in edifici non propriamente adatti. In particolare nel vecchio campidoglio (Old Capitol) vennero reclusi qualche prigioniero di guerra, disertori e prigionieri politici. Dopo il conflitto vi vennero trasferiti dei funzionari confederati sotto arresto. A Gratiot Street invece, più che prigionieri di guerra si trovano criminali, disertori e traditori. L’edificio, una volta il McDowell Medical Collegge, poteva ospitare 500 prigionieri ma normalmente ne conteneva circa 1.000, i quali due volte diedero fuoco alla struttura, spesso aggredirono le guardie e scavarono numerosi tunnel.

Per quanto riguarda invece i campi dotati di alloggiamenti, questi erano una prerogativa del nord. Tutti erano caratterizzati dalla solita palizzata, da edifici scadenti, da un cattivo drenaggio dell’acqua, carenza di acqua potabile e sovraffollamento. Inizialmente a Washington si pensava che i forti utilizzati come prigioni e la costruzione di un campo del genere sarebbero stati sufficienti a contenere i prigionieri di guerra. Ne venne quindi costruito uno sulla Johnson’s Island nel lago Erie, a poca distanza dalla città di Sandusky. Il campo fu progettato per ospitare 2.500 ufficiali confederati prigionieri e venne dotato di 13 edifici a due piani. Dodici erano gli alloggiamenti dei prigionieri e uno era l’ospedale del campo, inoltre vi erano latrine e 3 pozzi. Il primo comandante fu W.S. Pierson, un civile locale che ricevette il grado di maggior al comando di un battaglione di guardie e altri volontari che costituirono il 128th Ohio Volunteers. Questo comandante fu particolarmente crudele nei confronti dei prigioniere e un completo incompetente. Nel 1864 fu sostituito dal generale Harry D. Terry e infine dal colonnello Charles W. Hill. Sui 10.000 confederati che passarono in questo campo, circa 300 morirono. Si rese presto necessario aprire nuovi campi e ad Indianapolis vi era Camp Morton, utilizzato nell’inverno del 1861-1862 come quartiere invernale di alcune truppe dell’Indiana. Fu quindi trasformato in campo di prigionia per ospitare i soldati catturati a Fort Henry e Donelson. Gli alloggiamenti vennero ricavati dai vecchi ricoveri per i cavalli e altre strutture scadenti vennero erette. Anche in questo campo le condizioni dei prigionieri erano molto dure, molti morirono perché non abituati al clima del nord. Inizialmente il campo fu posto sotto la responsabilità del governatore dell’Indiana, ma fu poi trasferito al controllo del dipartimento del colonnello Hoffman che nominò il colonnello A.A. Stevens del Corpo degli Invalidi comandante del campo. Sul fiume Mississippi invece, sul confine tra Iowa e Illinois, si trovava Rock Island, dove nel luglio 1863 venne ordinato di costruire un campo sulla piccola isoletta. Venne ordinato di realizzare 84 edifici costruiti col materiale e la manodopera più scadente che si potesse trovare. Prima ancora che venisse completato, nel dicembre del 1863 vennero inviati più di 5.000 prigionieri sudisti, e in certi periodi il campo arrivò ad ospitare fino ad 8.000 uomini. Per tutta la sua esistenza il campo fu afflitto da diverse epidemie, soprattutto il vaiolo lo colpì pesantemente. All’inizio della guerra anche a Chicago venne aperto un campo di prigionia, chiamato Camp Douglas. Come gli altri era stato un campo di addestramento per le nuove reclute, ma essendo stato realizzato malamente si pensò bene di trasformalo. Si trovava infatti in un terreno basso soggetto ad allagamenti frequenti e le condizioni igieniche erano terribili. La commissione sanitaria fece pressioni affinché venisse chiuso, ma il campo continuò ad ospitare prigionieri fino alla fine della guerra. Fu il campo nordista con la percentuale di mortalità più alta. Ogni mese il 10% dei prigionieri moriva. A Columbus, in Ohio, anche Camp Chase venne convertito per ospitare prigionieri nel febbraio del 1862. A Springfield, in Illinois, si trovava un campo simile, Camp Butler, che tuttavia fu abbandonato nel 1862. Il 25 maggio 1863 vennero sospesi da parte nordista gli scambi di prigionieri e si rese necessario creare altri campi. Uno fu creato ad Elmira, vicino a New York, dove venne costruita una palizzata attorno a degli alloggiamenti. Circa 10.000 confederati vennero ammassati all’interno del campo. Le strutture erano insufficienti per ospitarli tutti e quelli che non potevano entrare negli alloggiamenti furono dotati di tende. In inverno le cose si fecero particolarmente dure in questo campo, molti prigionieri morirono di polmonite.

Vi erano poi quei campi simili a questi appena descritti, che però invece di contenere edifici all’interno della palizzata dove alloggiare i prigionieri erano dotati solo di tende. Nel nord il campo di Point Lookout, in Maryland, fu creato il 1 agosto 1863 su una penisola ad est di Washington. Questa prigione dotata di tende era il più grande campo di prigionia del nord, in alcuni periodi si arrivò ad ospitare fino a 20.000 prigionieri. Spesso l’acqua scarseggiava mentre i prigionieri vivevano praticamente in un letto di fango. I confederati invece crearono un campo simile sulla Belle Isle, a Richmond in Virginia, progettato per circa 3.000 prigionieri. Qui venivano solo reclusi soldati e sottufficiali e le loro condizioni erano migliori che in tanti altri campi a nord e sud. L’acqua era ben drenata dal campo, vi era acqua potabile e cibo a sufficienza per i prigionieri. Quando nel 1863 aumentò il numero di prigionieri le razioni cominciarono a diminuire come anche mancavano le tende per i 6.000 ospiti. In inverno, anche in questo campo, i prigionieri pativano il particolarmente per il freddo.

Infine vi erano quei campi dotati solamente di una palizzata per trattenere i prigionieri al suo interno. Questi campi erano tipici del sud e nacquero quando il principale centro di accoglienza per i prigionieri, la Virginia, non fu più in grado di assicurare un sufficiente numero di razioni per i suoi soldati e per i prigionieri. Il capitano W.S. Winder, figlio del generale Winder, scoprì che Anderson, in Gerogia, si trovava in una buona posizione difensiva e vicino alla ferrovia. Fu così decisa la costruzione di Camp Sumter, che doveva consistere in una palizzata in grado di contenere 10.000 uomini. La costruzione iniziò nel 1863 ma terminò nel febbraio 1864, in seguito vennero fatti altri lavori per allargarlo e vennero erette due palizzate, una terza fu terminata solo in parte. Nel marzo del 1864 dentro al campo si trovavano 7.500 uomini, ad aprile il numero salì a 10.000, a maggio a 15.000, a giugno vi erano più di 22.000 prigionieri. A luglio dentro alla palizzata si trovavano ben 32.899 prigionieri. Col passare del tempo fu sempre più difficile migliorare le condizioni della struttura e distribuire un numero adeguato di razioni. L’ospedale del campo, che inizialmente si trovava dentro alla palizzata e che fu successivamente trasferito all’esterno, si dimostrò incapace di risolvere i problemi dei prigionieri. Quando nell’ottobre-novembre 1864 il campo fu minacciato dall’avanzata di Sherman, tutti i prigionieri eccetto 5.000 malati vennero trasferiti a Savannah e a Charleston. Passata la minaccia molti vennero fatti ritornare ad Andersonville. I responsabili del campo furono il colonnello A.W. Persons, il capitano Henry Wirz e il colonnello G.C. Gibbs. In tutta la sua esistenza, ad Andersonville furono ospitati circa 45.000 prigionieri, di cui 12.913 morirono. Il generale Winder nell’estate del 1864 pianificò anche la costruzione del campo di Lawton, a Millen in Georgia per alleviare la pressione sul campo di Andersonville. Grosso come Camp Sumter, il nuovo campo era costituito da una palizzata che formava un quadrato. Venne anche costruito un ospedale per i prigionieri. Nel novembre del 1864 ben 10.000 prigionieri provenienti da Savannah furono inviati a Camp Millen. Tuttavia alla fine del mese il campo fu evacuato a causa della minaccia di Sherman, e venne abbandonato per il resto della guerra. I prigionieri evacuati da Andersonville e Charleston nel 1864 vennero trasferiti a Florence, in South Carolina. Qui per un po’ vennero ammassati in un prato e molti riuscirono quindi a scappare facilmente. Venne costruita quindi una palizzata e un piccolo ospedale. All’interno della recinzione venne lasciato qualche albero che però presto venne abbattuto dai prigionieri per ottenere legna da ardere. Il tenente-colonnello John F. Iverson fu comandante del campo, si distinse per la sua umanità e il trattamento che riservò ai prigionieri. Un altro campo si trovava a Salisbury dove il governo confederato acquistò una fabbrica di cotone il 2 novembre 1861 e costruì una palizzata. La prigione fu ideata per contenere disertori, confederati sotto corte marziale, spie e prigionieri di guerra. Il 12 dicembre 1861 arrivarono i primi prigionieri, altri giunsero nel maggio del 1862. Le condizioni erano buone per i circa 1.500 prigionieri che si trovavano nel campo. All’inizio del 1864 però venne superato il numero massimo di prigionieri che la struttura poteva contenere, ciononostante continuarono ad essere inviati prigionieri. Ad ottobre giunsero addirittura 10.000 uomini e la vita nel campo si fece davvero dura. Tra ottobre 1864 e febbraio 1865 morirono 3.410 prigionieri a causa della mancanza di cibo, di tende e coperte. L’ospedale era mal costruito, mal rifornito e mal gestito. Anche il comandante del campo, il maggiore Gee, si dimostrò poco efficiente. Nel febbraio del 1865 i prigionieri vennero mandati a Wilmington per uno scambio. Non vi erano abbastanza mezzi per trasportare tutti gli uomini e quindi i prigionieri in grado di camminare iniziarono una lunga marcia. Dei 28.000 che partirono solo 18.000 giunsero a destinazione, gli altri morirono lungo il tragitto o, incapaci di continuare a muoversi, furono ospitati dai civili locali. Altri 500 rimasero al campo fino a quando la cavalleria federale di Stoneman non minacciò il campo. I restati prigionieri vennero trasferiti a Charlotte, mentre Stoneman si impossessò del campo per confinarvi i suoi prigionieri sudisti. Ad ovest del Mississippi invece si trovava Camp Ford, vicino a Tyler. Questo era collocato su una collina e ospitava soldati e ufficiali nordisti. A quanto pare la vita in questo campo era molto buona, i prigionieri ricevevano cibo, potevano comprare dai civili vestiti e coperte, avevano un giornale del campo, organizzavano concerti, vi era una buona riserva di acqua potabile e le malattie erano molto rare tanto che non venne nemmeno costruito un ospedale mentre si tento di costruire un giardino al suo interno. L’arrivo dei prigionieri della campagna del Red River nel 1864 affollò il campo e si rese necessaria la costruzione di un ospedale. Anche le razioni di cibo diminuirono. L’ultima prigione costruita dai confederati fu Camp Groce, a Hempstead in Texas. Fu un campo molto piccolo ma dotato di alloggiamenti e ai prigionieri veniva concessa abbastanza libertà.