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Big Bethel: la battaglia dimenticata
Testo di Matteo Fontana
Pubblicato il 10/06/2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario

Introduzione
A sud est di Richmond, delimitata a nord dal fiume York e a sud dal fiume James, si trova una penisola che nel 1860 ospitava città già entrate nella storia, come Williamsburg e Yorktown. All'estremità di questa penisola era collocata la grande fortezza Monroe saldamente in mano ai federali sotto al comando del generale Benjamin F. Butler giunto nel maggio del 1861. La presenza di questi federali preoccupava molto gli abitanti di Richmond, tanto che la città venne anche gettata nel caos in seguito a falsi allarmi che riferivano di navi nordiste che risalivano i due fiumi per attaccarla.

Butler e Fort Monroe
Dopo aver preso il comando del dipartimento della Virginia, il maggior-generale Benjamin Franklin Bulter si recò a Fort Monroe il 18 maggio 1861 per preparare le sue truppe. Egli era un politico-generale che aveva ottenuto la posizione per motivi diversi dal merito o dall'esperienza militare, anche se già da anni era membro della milizia di stato del Massachussets. Prima della guerra infatti era stato prevalentemente un avvocato e politico nel partito democratico nello stato del Massachussets. Quando iniziarono le ostilità il governatore dello stato lo inviò con la milizia a difendere Washington D.C. dove oltre a proteggere la capitale contribuì a bloccare i secessionisti del Maryland a Baltimora.
Ora aveva accettato a malincuore il nuovo ed isolato incarico a Fort Monroe, che tuttavia riconsiderato offriva un comando molto indipendente. La fortezza aveva una potente casamatta rivolta verso il mare, dei cannoni in barbetta e, a dire di Butler, il forte era "il più potente e migliore negli Stati Uniti, e certamente il più grande", ma alle sue spalle era vulnerabile ad un attacco da parte delle artiglierie terrestri. La fortezza si trovava infatti a Old Point Comfort, su una piccola lingua di sabbia in gran parte isolata dal resto della terra ferma da un'insenatura chiamata Mill Creek. Sebbene la fortezza fosse stata iniziata sotto la presidenza di James Monroe, come molti altri forti americani era ancora inconclusa nel 1861. Tutt'attorno al forte, che da progetto doveva montare 380 cannoni e ospitare 600 uomini di guarnigione in tempo di pace e 2.600 in guerra, vi era un grosso fossato profondo 2 metri e mezzo e largo dai 18 ai 45 metri. Butler fece ripulire e riempire adeguatamente d'acqua il fossato, fece installare un cannone di 26 tonnellate e risolse forse il problema più grave: già quando nel forte vi erano solo 400 uomini di guarnigione l'acqua potabile era difficile da ottenere poiché mancando sorgenti adeguate nell'area veniva solo raccolta quella piovana in apposite cisterne. Siccome far arrivare l'acqua da Baltimora via mare era troppo costoso secondo alcuni, Butler trovò il modo di distillare l'acqua marina del fossato risolvendo definitivamente il problema.
Per rendere più sicura la posizione di Fort Monroe, Butler decise poi di occupare alcuni punti strategici sulla penisola. Il 23 maggio il colonnello J. Wolcott Phelps al comando del 1st Vermont Infantry venne inviato ad Hampton, un villaggio poco ad ovest di Fort Monroe che ospitava 1.200 abitanti e la casa dell'ex-presidente John Tyler, per effettuare una ricognizione. Gli avamposti confederati ripiegarono e il ponte sull'Hampton Creek venne incendiato. Ciò che i federali trovarono fu una città semifantasma, infatti la popolazione locale era in gran parte fuggita impaurita dalle conseguenze dell'occupazione. Il 27 maggio fu eseguito un piccolo sbarco a Newport News, dove a soli 8 chilometri ad ovest della fortezza venne fortificata una scogliera installando dei cannoni pesanti. La posizione prese il nome di Camp Butler, da qui i federali potevano controllare il fiume James, proteggere la penisola e le navi che minacciavano Norfolk a sud.
L'area meridionale della penisola era comunque già semiabbandonata, non solo dai soldati ribelli ma anche dai civili. Infatti vennero riferiti a Butler diversi casi di furti e saccheggi da parte dei suoi uomini contro le proprietà civili. Il generale reagì minacciando gravi conseguenze ai soldati sorpresi a saccheggiare e tentò di rassicurare la popolazione locale informandola che "non siamo qui per fare la guerra contro di voi, le vostre libertà, le vostre proprietà e addirittura le vostre usanze". Ma gli appelli del generale nordista furono inutili, i saccheggi continuarono e parecchi civili abbandonarono l'area. Inoltre, dopo aver istituito i suoi avamposti nella penisola, nei campi federali cominciarono ad arrivare degli schiavi fuggiaschi che i nordisti vestirono e nutrirono. Butler coniò così la parola "contrabbandi" e, rifiutando di restituirli ai proprietari come indicava lo stesso presidente Abraham Lincoln, gettò le basi per il futuro Atto di confisca che prevedeva la cattura di tutte le proprietà sudiste impiegate negli sforzi bellici.

I primi movimenti confederati
In seguito a forti pressioni da parte della cittadinanza di Richmond e del popolo virginiano, il colonnello sudista John Bankhead Magruder venne inviato a Yorktown per organizzare una difesa della penisola. Magruder, soprannominato "Prince John" si era diplomato a West Point, era un veterano della guerra contro il Messico dove vinse tre brevetti. Era noto per la sua teatralità e pomposità. Nativo della Virginia, Magruder diede le dimissioni dall'esercito federale nell'aprile del 1861 e si unì alle truppe di stato. A comandare la posizione di Yorktown si trovava anche il colonnello Daniel H. Hill, comandante del 1st North Carolina Volunteers. Anch'egli si era diplomato a West Point e aveva combattuto contro il Messico guadagnandosi due brevetti, ma dopo la guerra, nel 1849, si era ritirato dall'esercito divenendo insegnante di matematica in diversi collegi ed istituti militari. Allo scoppio della guerra si trovava all'Istituto Militare del North Carolina, a Charlotte. Hill era poi stato eletto colonnello del 1st North Carolina e con i suoi uomini e alcuni cadetti venne inviato in Virginia.
A Yorktown, Hill e il suo reggimento stavano fortificando la città, in alcune occasioni riscoprendo e risistemando le vecchie linee tracciate dagli inglesi di Cornwallis durante la guerra d'indipendenza. Il 6 giugno 1861, il 1st North Carolina e i suoi circa 800 uomini vennero inviati da Magruder a sud, scortati dai quattro cannoni del maggiore George W. Randolph (futuro segretario della guerra confederato) dei Richmond Howitzer. Dopo una marcia di circa 21 chilometri sotto il peso del tipico equipaggiamento inutile dei volontari del '61 (coperte e scarpe extra, zaini e tascapani pieni di roba, utensili per cucinare, ecc), i sudisti arrivarono dopo il tramonto alla chiesa di Big Bethel. Erano a pochi chilometri di distanza dalle truppe federali situate a Newport News. I confederati si accamparono attorno alla chiesa la cui struttura in legno era piuttosto grezza e decadente. Sotto la pioggia e senza tende i volontari sudisti ebbero un assaggio di cosa voleva dire realmente bivaccare in guerra e sotto le armi. Dentro la chiesa si potevano invece trovare solamente delle incisioni lasciate nel legno da alcuni federali passati qualche settimana precedente: si trattava di minacce di morte a tutti i secessionisti.
Per tutto il 7 e l'8 giugno, attorno alla chiesa di Big Bethel gli uomini di Hill lavorarono per erigere delle fortificazioni in grado di respingere un attacco federale. L'operazione richiese parecchio tempo a causa della carenza di strumenti adeguati, infatti lo stesso D.H. Hill nel suo rapporto nei giorni seguenti fece notare che "Avevamo soltanto 25 vanghe, 6 asce e 3 picconi, ma vennero usate freneticamente giorno e notte". I nordcaroliniani riuscirono così a fortificare il loro accampamento, situato fronte a sud, a cavallo della strada che collegava Yorktown a nord, con Hampton a sud (ovvero la Hampton Road). La posizione era elevata e dominava il ponte immediatamente a sud che si trovava sul ramo occidentale del Back River. Ad ovest della posizione confederata il ramo del fiume girava leggermente verso nord-ovest e piccole paludi vicine rendevano il fianco sicuro. Sul fianco est (il sinistro dal punto di vista confederato) le fortificazioni non vennero ultimate altrettanto rapidamente e la foresta che si trovava al centro e a destra della linea qui svaniva in un campo aperto per poi riprendere più ad est. Sulla sponda sud del fiume si trovavano solo campi aperti, dove il nemico poteva agilmente schierarsi e minacciare la posizione confederata sulla sponda nord, ma avanzando verso Little Bethel riprendevano le foreste e le paludi. Vennero così piazzati due pezzi della batteria di Randolph a sinistra della Hampton Road (un parrot e un howitzer) e vicino alla chiesa, uno (un howitzer) a destra della strada in modo da dominare il ponte, il quarto cannone (un altro howitzer) fu posizionato a sud del ramo del Back River, nel campo aperto a sinistra della strada.
L'8 giugno, nel corso della giornata, giunsero ad Hill anche due rapporti su un paio di gruppi di federali che stavano foraggiando nell'area immediatamente a sud di Big Bethel. Il colonnello quel giorno inviò due distaccamenti, ognuno accompagnato da un howitzer di Randolph, per respingere i due diversi gruppi di federali che stavano saccheggiando le proprietà private dei cittadini locali. Entrambi i drappelli di nordisti vennero respinti oltre il New Market Bridge, il ponte sul ramo meridionale del Back River.
Quella sera a Big Bethel giunse anche il colonnello John B. Magruder che prese il comando della posizione, il tenenete-colonnello William D. Stuart con tre compagnie del 3rd Virginia Infantry per un totale di 208 uomini, il maggiore Edgar B. Montague con un battaglione di altre tre compagnie di fanteria della Virginia e infine arrivarono un centinaio di uomini delle compagnie di cavalleria dei capitani Douthatt, Phillips e Jones. Il 9 giugno giunsero sul posto altri strumenti e i lavori alle fortificazioni continuarono con grande zelo.

La reazione di Butler
Quando dopo l'8 giugno il generale Benjamin Butler si accorse che i confederati potevano avvicinarsi e disturbare le attività delle sue basi operative, decise di lanciare un'offensiva per respingere verso nord le truppe ribelli sulla penisola. Il comandante nordista inviò uno schiavo fuggiasco divenuto uno dei suoi contrabbandi di nome George Scott ad osservare l'area a nord di Fort Monroe. Butler identificò così la piccola chiesa afro-americana di Little Bethel, tra il ramo meridionale e quello occidentale del Back River, e la più grande chiesa di Big Bethel, a nord del ramo occidentale, come gli avamposti sudisti da colpire. In particolare presso la seconda Scott riferiva della presenza di una batteria, mentre presso Little Bethel i nordisti pensavano si trovasse il grosso delle forze ribelli. Il generale federale ideò subito un piano d'azione: con l'oscurità due colonne separate dovevano marciare verso Little Bethel e congiungersi poco prima di arrivarvi, eccetto gli zuavi del 5th New York che attraversando le foreste dovevano portarsi alle spalle dei confederati e attendere. Una volta effettuato il congiungimento, il grosso delle truppe dovevano quindi attaccare e spingere i sudisti verso nord contro il distaccamento giunto nel frattempo alle spalle dei ribelli. Una volta distrutti questi confederati, il brigadier-generale Ebenezer W. Pierce che avrebbe diretto l'operazione, doveva spazzare via quello che rimaneva dei secessionisti a Big Bethel. Pierce era un civile senza esperienza militare che dal 1843 faceva parte della milizia di stato del Massachusetts.
Butler nei suoi ordini a Pierce enfatizzò l'uso della baionetta, per il generale era preferibile sparare una raffica e poi travolgere subito i confederati con una carica. Iniziarono così i preparativi per la piccola campagna. Siccome il ponte sull'Hampton Creek, che le truppe provenienti da Fort Monroe dovevano attraversare, era stato bruciato, delle barche cominciarono ad essere raccolte. Circa 8-10 imbarcazioni con 24 rematori ed in grado di trasportare 130 soldati furono radunate.

"Un errore criminale": la marcia verso Little Bethel
All'una del mattino del 10 giugno, i primi federali ad essere imbarcati nelle tenebre furono gli zuavi del 5th New York Infantry sotto il colonnello Abram Duryee. Giunti nella penisola solo da qualche giorno, gli zuavi si erano già guadagnati dalla popolazione locale un soprannome durante le loro ricognizioni nell'area: "red-legged devils", i diavoli dalle gambe rosse. Questo reggimento dopo aver attraversato l'Hampton Creek marciò verso nord fino al New Market Bridge sul ramo meridionale del Back River. Da qui il 5th New York prese la strada che li doveva portare alle spalle di Little Bethel. A precederli vi erano già dei picchetti, sempre dello stesso reggimento, mandati ore prima in avanscoperta. Alle 2:00 del mattino, come stabilito, da Hampton partì alla volta di Little Bethel il generale Ebenezer W. Pierce seguito dal 3rd New York Infantry (in uniforme grigia) del colonnello Frederick Townsend e due howitzer. Quasi contemporaneamente anche da Newport News cominciò la marcia del tenente-colonnello Peter T. Washburn alla testa di due distaccamenti provenienti dal 1st Vermont Infantry (circa 300 uomini) e dal 4th Massachussets Infantry (circa 300 uomini), il 7th New York Infantry del colonnello John E. Bendix e tre cannoni sotto il comando del tenente John T. Greble. Secondo il piano il 7th New York da Newport News doveva unirsi al 3rd New York proveniente da Hampton a metà strada tra il New Market Bridge e Little Bethel.
Tutto andò bene fino alle 6:00 del mattino circa. Gli zuavi del 5th New York stavano aggirando Little Bethel per schierarsi a nord della chiesetta, il tenente-colonnello Washburn con i suoi due distaccamenti seguiva a sud per iniziare l'attacco da farsi prima dell'alba. Ma ancora più a sud, tra l'incrocio delle strade che provenivano da Newport News e la Hampton Road successe ciò che era stato tanto temuto. Il 7th New York di Bendix scorse delle truppe provenire dal New Market Bridge e credendo che fossero confederati aprì il fuoco su di esse, utilizzando anche un howitzer schierato in mezzo alla strada. Si trattava invece della colonna proveniente da Hampton e guidata dal generale Pierce. Questa colonna aveva già avvistato Bendix e aveva intuito che si trattava della colonna proveniente da Newport News. Quando però si videro sparare addosso tutte le certezze crollarono, si diffuse l'idea che fossero finiti in un'imboscata. Il 3rd New York di Townsend rispose confusamente al fuoco e poco dopo il caos si diffuse in entrambe le colonne, in particolare tra gli uomini del 3rd New York. A nord gli zuavi di Duryee e il tenente-colonnello Washburn udendo il rumore della battaglia interruppero le manovre ed invertirono la marcia per andare in soccorso dei compagni. Intanto diversi sbandati ripiegarono verso sud raggiungendo il 1st New York Infantry del colonnello William H. Allen, il quale catturò gli sbandati e più tardi partì in soccorso di Pierce e del 3rd New York di Townsend.
A poco servirono le direttive di Butler, che ordinava ad ogni unità di chiedere prima la parola d'ordine, Boston, e poi aprire il fuoco e che prevedevano di fare indossare ai soldati del 3rd New York una banda bianca sul braccio sinistro. Il generale Pierce fu costretto a ripiegare a sud del New Market Bridge dove si schierò per ricevere un nuovo attacco del nemico. Il nemico, ovvero la colonna di Newport News, si accorse di stare inseguendo il resto delle forze federali e lo stesso generale al comando della spedizione. Quando tutti si resero conto dell'accaduto le forze vennero riunite e Pierce convocò i colonnelli Duryee, Townsend e il tenente-colonnello Washburn. Duryee e Washburn consigliarono di ritirarsi essendo svanito l'effetto sorpresa, ma Pierce supportato dal maggiore Theodore Winthrop e dal capitano Haggerty (dello staff di Butler) si convinse invece a continuare l'attacco e inviò un corriere a Butler per richiedere rinforzi. La chiesetta di Little Bethel venne distrutta e i federali puntarono su Big Bethel. Successivamente della vicenda il generale Butler dirà che si trattò di un "errore criminale".

Lo schieramento confederato
Alle tre della stessa mattina del 10 giugno, anche i confederati iniziarono una manovra che interruppero rapidamente. Infatti solo dopo cinque chilometri e mezzo di marcia verso sud, un'anziana signora di nome Hannah Tunnel avvisò la colonna sudista che a poche centinaia di metri in avanti si trovava il nemico, ed era numeroso. I sudisti ripiegarono rapidamente verso le fortificazioni a Big Bethel. Qui i confederati schierarono il grosso delle truppe a nord del ramo occidentale del Back River. Il 1st North Carolina non venne schierato come singola unità ma le diverse compagnie furono posizionate in vari punti e nel corso dello scontro cambiarono posizione. La compagnia B fu schierata a destra della strada e al suo fianco (verso est) fu piazzata la compagnia C, la compagnia D si trovava all'estrema sinistra della linea sudista, fronte ad est, le compagnie F, K e E vennero schierate a difesa delle spalle della posizione. Il battaglione di fanteria del maggiore Montague si schierò invece alla destra della compagnia B (a sinistra della strada), estendendo la linea confederata dalla chiesa verso ovest. Le compagnie H e I del 1st North Carolina si trovavano alla destra del battaglione e si ricongiungevano alla compagnia E formando praticamente un quadrato. Vicino alla chiesa e dietro all'howitzer piazzato a destra della strada si trovava poi schierato anche un distaccamento di cadetti dell'Istituto Militare del North Carolina. A sud del fiume e a sinistra della strada, dove era già stato piazzato il quarto howitzer di Randolph, si schierò il tenente-colonnello Stuart con le sue tre compagnie del 3rd Virginia. A rinforzare questa posizione, il colonnello D.H. Hill inviò anche la compagnia G del 1st North Carolina, sotto il comando del capitano Avery. Sempre a sud del fiume ma a destra della strada, in mezzo a una palude, venne invece inviata la compagnia A sotto il comando del capitano Bridgers. Tutte queste truppe si trovavano in campo aperto, alcune si ripararono dietro alla diga di un vecchio mulino, altre dietro alla fortificazione eretta per proteggere il cannone, altre ancora (prevalentemente gli uomini di Stuart) vennero collocati in un fossato che puntava verso nord dove tentarono di erigere dei ripari il più in fretta possibile. Le tre compagnie di cavalleria si trovavano più a nord a coprire le spalle della posizione. Il colonnello Magruder invece passava da un'unità all'altra pronunciando discorsi di incoraggiamento ai suoi soldati.

Attacco al fianco destro confederato
A circa un chilometro più a sud, verso le 8:00 del mattino, si trovavano le truppe federali. Il generale Pierce aveva appena fermato l'avanzata dopo aver ricevuto un rapporto dai capitani Hugh Judson Kilpatrick e Charles Gratiot Bartlett del 5th New York: gli zuavi avevano appena scambiato dei colpi con i picchetti sudisti. Kilpatrick riferì di aver ricevuto anche informazioni da uno schiavo liberato e una donna che i confederati a Big Bethel erano circa 5.000 e con trenta cannoni. In realtà come è già stato detto Magruder disponeva solo dei 4 cannoni di Randolph e un totale di circa 1.400 uomini.
Alle 9:00 del mattino del 10 giugno l'artiglieria confederata del maggiore Randolph sparò il primo colpo contro i federali che si stavano schierando. Il proiettile colpì uccidendo un soldato del 7th New York Infantry del colonnello Bendix che dovette affannarsi a mantenere gli uomini in formazione che tentavano invece di ripararsi nei boschi adiacenti. A coprire la fanteria nordista si schierò sulla strada che portava da Yorktown ad Hampton, precisamente su un incrocio con un piccola stradina locale, la batteria del tenente John T. Greble formata da due howitzer e un 6 libbre. A destra della strada il generale Pierce schierò il 5th New York di Duryee, il comando di Washburn formato da compagnie provenienti dal 1st Vermont dal 4th Massachussets e infine il 7th New York di Bendix sull'ala. Ad ovest della strada vennero schierati il 3rd New York di Townsend e all'estrema sinistra il 1st New York di Allen. Il fianco destro federale si trovava all'interno di un bosco, pertanto alcuni schermagliatori avanzarono fino all'estremità nord dove si trovava uno steccato, qui scambiarono alcuni colpi con i confederati per poi ritirarsi. Più tardi altri schermagliatori sotto il capitano John G. Bulter e zuavi comandati da Kilpatrick, dall'estremità settentrionale del bosco attraversarono verso ovest la strada cercando di infastidire i confederati di Stuart trincerati a sud del Back River. I federali raggiunsero una casetta circondata da uno steccato e un piccolo frutteto, ma il fuoco nemico era pesante e poco dopo uno zuavo fu ucciso da una cannonata sudista che colpì la casa. Gli schermagliatori si ritirarono nuovamente. Verso mezzogiorno il 3rd New York avanzò verso la posizione occupata da questi schermagliatori e assaltò le posizioni di Stuart. Il reggimento si fermò a circa 150 metri di distanza dal nemico, sdraiati a terra i nordisti resistettero per circa 20 minuti. Nel frattempo l'howitzer confederato si ruppe e per evitare che cadesse in mano nemica fu ritirato sulla sponda nord del ramo del Back River. Stuart notò anche dei movimenti alla sua destra, pensando che la sua posizione stesse per essere presa sul fianco ritirò il 3rd Virginia a nord del fiume, anche la compagnia G del 1st North Carolina, schierata ad ovest della strada con Stuart ripiegò per non essere tagliata fuori. Ma mentre queste truppe ripiegavano Hill ordinò alla compagnia A del 1st North Carolina situata a destra della strada e alla compagnia C del capitano Ross, a nord del fiume, di spostarsi a sinistra della strada e rinforzare Stuart. Queste due compagnie del 1st North Carolina respinsero gli schermagliatori distaccati dal 5th New York e determinarono la ritirata del 3rd New York. Il colonnello Townsend infatti notando la controffensiva confederata e alcuni movimenti sul fianco sinistro pensò che i sudisti stessero per travolgerlo. In realtà i movimenti che spaventarono Townsend e Stuart erano causati solamente da una compagnia del 3rd New York di Townsend, che a sua insaputa era rimasta isolata e si era leggermente allontanata. Di conseguenza Stuart e la compagnia G del 1st North Carolina rioccuparono le loro posizioni salvando la situazione, mentre la compagnia C tornò a nord del fiume.

Attacco al fianco sinistro confederato
A circa un chilometro ad est del ponte tenuto dai confederati sul ramo occidentale del Back River, si trovava un piccolo guado. Il tenente-colonnello Gouverneur K. Warren del 5th New York ne venne a conoscenza e poco dopo che gli schermagliatori zuavi avevano ripiegato dal limite del bosco in cui era schierato il fianco destro federale, prese i il grosso dei suoi uomini e si diresse ad est. Il guado era presidiato da un picchetto di 40 confederati che avevano già ostruito il guado con degli alberi abbattuti, ma notando i movimenti dei federali riferirono al colonnello Magruder che dei nordisti stavano tentando di attaccare il fianco sinistro sudista. I Chatham Grays del capitano W.H. Werth, una delle tre compagnie del battaglione di Montague schierato sul fianco destro sudista, venne inviato a difendere il guado insieme all'howitzer che si trovava a destra della strada e che proteggeva il ponte. I confederati arrivarono per primi al guado, crearono ostacoli e ripari con gli steccati e si schierarono. Dopo un primo colpo d'artiglieria che scosse i ranghi, gli zuavi tentarono ancora di scacciare i confederati, ma dopo una lunga resistenza non riuscirono più a sostenere il fuoco nemico e Duryee li fece ripiegare. Fu più o meno allora che il maggiore Theodore Winthrop, un ufficiale dello staff del generale Butler che si era offerto di accompagnare la spedizione ricevette l'ordine dal tenente-colonnello Washburn di avanzare con 200 uomini. Il maggiore fece mettere un pezzo di tessuto bianco sui cappelli dei suoi uomini, usando il sistema dei sudisti per distinguersi nello scontro, e urlando di non sparare riuscì ad attraversare con successo il fiume e finendo per minacciare il fianco sinistro confederato. Le compagnie B e C, più metà della compagnia H del 1st North Carolina affrontarono l'assalto, il maggiore Winthrop si rivolse ai suoi uomini e li incoraggiò: "coraggio ragazzi, una carica e la vittoria è nostra". Poco dopo il maggiore fu ucciso e i federali respinti dal fuoco degli uomini di Magruder.
Sulla sinistra dello schieramento federale, sebbene si erano già ritirati, alcuni nordisti continuavano a bersagliare le posizioni confederate al riparo degli steccati e della casa. Per sbarazzarsi di questi schermagliatori Hill trovò quattro volontari che si offrirono di andare ad incendiare l'edificio. Ma giunti nei pressi dei nordisti uno dei quattro venne colpito dal fuoco nemico e gli altri furono costretti a ritirarsi. Il maggiore Randolph allora, con i suoi cannoni, cominciò a colpire la casa con delle granate fino a quando questa non prese fuoco. I cannoni nordisti del tenente Greble, che fino a quel momento non erano ancora stati visti dagli artiglieri sudisti e che aveva fornito un supporto di scarsa qualità, cominciarono ad essere colpiti dai proiettili destinati alla casa qualche centinaio di metri di fronte a loro. Greble pensò invece che Randolph stesse bersagliando la sua artiglieria e quindi rispose al fuco svelando la sua posizione. I confederati cominciarono quindi a colpire sia la casa che i cannoni di Greble. Quando poi il generale Pierce dopo le 13:30 ordinò la ritirata, Greble rifiutò di arretrare. Poco dopo però il tenente fu colpito dall'artiglieria sudista e morì, i suoi artiglieri fuggirono unendosi al resto delle forze federali in ritirata.
Più tardi la compagnia K del 1st North Carolina venne fatta avanzare, attraversò il ponte e raggiunse l'area dove si trovava la casa distrutta dall'artiglieria e dove iniziava la foresta che aveva ospitato il fianco destro federale. Fu chiaro che i nordisti si erano ritirati e le tre compagnie di cavalleria della Virginia di Douthatt, Phillips e Jones, tenute più a nord, vennero ora fatte avanzare per inseguire i federali. Le truppe di Pierce erano in piena ritirata ed esauste, la cavalleria sudista inseguì il nemico fino al New Market Bridge osservando lungo la strada una lunga distesa di materiale abbandonato.

Le perdite
Immediatamente dopo lo scontro i confederati cominciarono a soccorrere i feriti e a seppellire i caduti rimasti sul campo di battaglia, tra cui lo stesso maggiore Winthrop. Nella battaglia appena conclusa i quattro cannoni di Randolph (più un quinto che arrivò successivamente) spararono 98 colpi, ma alla sera tutte le truppe vennero fatte ripiegare verso nord, a Yorktown che risultava troppo vulnerabile. Sul campo di battaglia rimasero soltanto le compagnie di cavalleria. Il colonnello Magruder con circa 1.400 uomini (di cui 200 non entrarono in azione) e 5 cannoni aveva respinto i circa 4.400 federali di Pierce. Questo grazie ai lavori fortificati eretti da D.H. Hill e i suoi uomini. Tra i confederati si registrarono 6 feriti e un morto nel 1st North Carolina. Si trattava del soldato Henry L. Wyatt della compagnia A del 1st North Carolina ferito mentre insieme ad altri tre uomini tentava di bruciare la casa sul banco meridionale del fiume. Altri 3 artiglieri della batteria di Randolph furono feriti nello scontro. Il bilancio federale era più grave. In tutto ci furono 18 morti, 53 feriti e 5 dispersi, per un totale di 76 uomini.

Conseguenze della campagna
Nel giro di giorni e settimane la notizia, a volte esagerata, della vittoria confederata si sparse in tutta l'America. John B. Magruder e Daniel H. Hill vennero promossi brigadier-generali e l'unico confederato che morì poco dopo in seguito alle ferite subite nello scontro ricevette un funerale da eroe a Richmond.
Dal lato federale le conseguenze furono amare. A divenire eroi furono i due ufficiali caduti in combattimento: il maggiore Winthrop e il tenente John Greble. Qualche merito venne anche riconosciuto al colonnello Townsend. Il bersaglio delle critiche divenne invece il generale Pierce che venne aspramente attaccato da giornali e persino dai suoi soldati. Venne riferito anche di un episodio in cui lo stesso Butler avrebbe insultato personalmente Pierce e condannato per la disfatta, ma formalmente e a quanto è noto Butler si limitò a dire che se il suo piano fosse stato eseguito correttamente la vittoria sarebbe stata nelle loro mani. Inoltre criticò principalmente l'errore di aver scambiato le unità amiche per truppe confederate. Ma Butler preferì non infierire troppo sull'argomento, d'altronde l'episodio minava la sua reputazione, pertanto sfruttando le sue doti cercò di farlo passare come un episodio positivo dove i federali ebbero l'opportunità di mettersi alla prova, capire le loro debolezze e errori. Dopo lo scontro Magruder tentò di sfruttare la sua vittoria e quella di First Manassas per avvicinarsi a Fort Monroe, ma trovando Newport News ben presidiata, rinunciò all'impresa. I confederati si limitarono soltanto a incendiare e distruggere la città di Hampton, che scoprirono essere stata abbandonata dai federali e abitata dagli schiavi fuggiti. Fino all'anno successivo non ci furono più operazioni nella penisola, almeno per il 1861 su questo fronte Richmond era stata salvata. Ma questa azione fu presto dimenticata, offuscata già dalla più imponente battaglia di First Manassas a luglio, e dai ben più grandi massacri che avvennero negli anni seguenti. Il ricordo di Bigh Bethel rimarrà per sempre con gli uomini del 1st North Carolina che orgogliosamente si vanteranno di essere stati "i primi a Big Bithel" e, dopo la guerra, "gli ultimi ad Appomattox".

Ordine di battaglia
Forze confederate:
Colonnello John B. Magruder
1st North Carolina Infantry (più i cadetti dell'Istituto Militare del North Carolina) - colonnello D.H. Hill
3rd Virginia Infantry (solo tre compagnie) - maggiore E.B. Montague
Battaglione di fanteria della Virginia (tre compagnie) - tenente-colonnello W.D. Stuart
Richmond Howitzers (tre howitzer e un parrot) - maggiore G.W. Randolph
Compagnie di cavalleria della Virginia di Douthatt, Phillips, Jones

Forze federali:
Brigadier-generale Ebenezer W. Pierce
1st New York Infantry - colonnello W.H Allen
3rd New York Infantry - colonnello F. Townsend
5th New York (Zuavi di Duryee) - colonnello A. Duryee
7th New York Infantry - colonnello J.E. Bendix
Compagnie del 1st Vermont del 4th Massachusetts - tenente-colonnello P.T. Washburn
Distaccamento del 2nd U.S. Artillery - tenete J. Greble

Fonti
Histories of the Several Regiments and Battalions from North Carolina, Vol.1 - Judge Walter Clark;
The Glories Of War: Small Battle And Early Heroes Of 1861 - Charles P. Poland, Jr.;
New York in the War of the Rebellion - Frederick Phisterer;
Official Records of the War of the Rebellion, S.1 Vo.2;
The Long Arm of Lee: The History of the Artillery of the Army of Northern Virginia - Jennings Cropper Wise;
1861 to 1865, by an Old Johnnie. Personal recollections and experiences in the Confederate army - James Dinkins;
Camp and field life of the Fifth New York volunteer infantry - Alfred Davenport.