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•Caos nel Missouri: Sterling Price e la guerriglia
Testo di
Claudio Auditore
Pubblicato il 19/10/2013

Questo articolo fa parte di una serie realizzata per coprire l'intero raid di Price in Missouri. Si consiglia pertanto di consultarlo assieme alle altre pagine dedicate alla campagna nella sezione "Le battaglie" del sito web.

I saccheggi e i rapporti con i guerriglieri
L’armata procedeva nelle praterie del Missouri centrale sotto la pioggia mentre il tempo volgeva al freddo, nessun avversario fu incontrato e la campagna offriva abbondanti vettovaglie. I cavalleggeri allargarono il loro raggio d’azione, ’liberarono’ dozzine di città e cambiavano i loro cavalli stanchi con altri freschi, purtroppo cominciarono degli atti di saccheggio, il Governatore Reynolds, descrisse in seguito alcuni di questi vergognosi atti che macchiarono l’onore dei soldati confederati che combattevano ai quattro angoli della Confederazione. Questi criminali non tenevano conto di età, sesso, razza, credo politico né del colore della giubba delle loro vittime, fra coloro che subirono furti, razzie o peggio ancora, c’erano anche le famiglie dei soldati confederati della gloriosa brigata del Missouri Cockrell, che combatteva con l’Armata del Tennessee, fu saccheggiata anche una elegante dimora del generale Robert E. Lee. Ricordiamo che Price dette precisi ordini al riguardo e stabilì delle speciali corti marziali per punire i colpevoli, inoltre dopo la battaglia di Pilot Knob nominò il tenente-colonnello J.P. Bull capo della polizia militare d’Armata, e formò da ogni brigata una guardia di polizia di 50 uomini, quindi aveva 400 poliziotti che disponeva lungo la linea di marcia dell’Armata del Missouri. Tra i primi arrestati un tenente-colonnello della brigata Jackman mentre il colonnello Freeman, comandante della brigata omonima, uccise personalmente due soldati sorpresi a saccheggiare. I crimini però non si riuscirono a eliminare, questo perché gli ufficiali permettevano agli uomini di allontanarsi a cercare provviste, pratica espressamente vietata da Price in persona, ma i poliziotti di Bull non potevano guardare le sei miglia di lunghezza dell’armata quindi era facile passare attraverso le loro maglie. Il danno procurato era doppio perché oltre ai crimini la marcia era notevolmente rallentata, alcuni giorni solo 16 Km erano percorsi, con una media di 24 Km, una misura modesta per la cavalleria (probabilmente i soldati di Stonewall avrebbero fatto meglio a piedi), e ricordiamo che la velocità doveva essere elemento essenziale! Altro elemento di lentezza, i 500 carri che seguivano l’Armata e che allungavano la colonna di parecchie miglia, era un’accozzaglia di persone, ritardatari, negri, civili e altri ancora. Tornando agli aspetti militari, il generale Shelby che guidava la colonna forzò un piccolo affluente del fiume Osage, nel combattimento che ne seguì il colonnello Shank comandante della brigata di ferro, fu ucciso, a rimpiazzarlo il “generale” M. J. Thompson che, a dispetto di un grado valido solo nella milizia del Missouri, era un ottimo comandante, all’inizio della guerra fu soprannominato “Swamp fox” la volpe della palude. Il giorno 7 ottobre 1864 a mezzogiorno i confederati occuparono le colline a sud della capitale del Missouri, potevano benissimo vedere la bandiera a stelle e strisce che sventolava sulla città, ma peggio si vedevano anche cinque forti ben armati protetti da palizzate e altri ostacoli, i federali avevano lavorato duramente per rafforzare le difese cittadine, a riempire gli spalti 7000 regolari, miliziani, guardie cittadine e volontari. Price schierò gli uomini per l’attacco mentre i cannoni cominciarono a bombardare i federali, ma poco dopo fermò tutto e fece arretrare gli uomini ai loro bivacchi. Aveva paura di incorrere in un’altra Pilot Knob considerando gli uomini che aveva a disposizione, quella notte mentre rimuginava, una spia recò notizia che i difensori erano almeno 12000 e che altri 3000 regolari erano in arrivo, il pensieroso Price eliminò ogni dubbio dalla sua testa, attaccare Jefferson City sarebbe stato un suicidio. Shelby e il capitano del genio Mackey erano d’accordo con lui, anche se la notizia portata dalla spia era falsa, fu comunque una saggia decisione non operare l’attacco. I cannoni e la fanteria nucleo delle difese unioniste, arrivarono solo il giorno 6, appena ventiquattro ore prima dei confederati, se Price si fosse mosso celermente sarebbe arrivato giorni prima trovando la capitale indifesa. L’occasione persa frustrò i piani politici di Price per l’istallazione di un governo confederato nello stato. La mattina dell’otto l’Armata era ancora in movimento, questa volta verso Boonville, perdute le speranze di una sollevazione di massa una volta presa Jefferson City, riteneva non più necessario rimanere in Missouri e si diresse verso il Kansas meridionale, tentando di reclutare più uomini possibili secondo il desiderio di Kirby-Smith. Nella capitale missouriana, nel frattempo, era giunto il Maggiore-Generale Alfred Pleasonton, ex capo della cavalleria dell’Armata del Potomac, era un duro e tenace combattente ed ispirava entusiasmo fra gli uomini anche se era portato ad essere indipendente, al limite dell’insubordinazione. Insieme a Rosencrans cominciò a organizzare gli uomini, quindi assunse il comando delle forze in campo. Con il suo primo ordine spedì il generale Sanborn e 4000 cavalleggeri a inseguire e raggiungere il nemico, ma a non impegnare battaglia, i federali senza razioni, attendevano l’arrivo dei carri della sussistenza. Il 10 ottobre Price entrava nella cittadina fortificata di Boonville fra urla di gioia e lanci di fiori, l’Armata fece una parata fra le vie cittadine. Nei giorni seguenti circa 1500 uomini non armati si unirono a Price, costituendo la sua nona brigata che fu posta agli ordini del colonnello Charles H. Tyler, senza armi furono messi di scorta al lungo traino, il quale fu incrementato da un considerevole gruppo di rifugiati civili, che aumentarono la confusione presente nel’Armata. Assieme alle reclute, arrivarono a Boonville 100 guerriglieri sotto Bloody Bill Anderson, questi una quindicina di giorni prima, insieme ad altre bande, avevano spazzato via 150 miliziani federali a Centralia, molti dei suoi seguaci erano usando le parole dello storico Albert Castel “killer psicopatici, compreso lo stesso Bloody Anderson e decoravano le briglie dei loro cavalli con scalpi umani”. Price disgustato rifiutò di incontrare Anderson, mentre accettò una coppia di pistole d’argento dai leader partigiani dichiarando che con 50000 uomini come loro, avrebbe tenuto infinitamente il Missouri, assegnò loro l’incarico di distruggere dei ponti ferroviari molto importanti strategicamente. L’orrore intanto regnava nella regione, i guerriglieri erano in azione, ma per fortuna dei poveri civili, Bloody Bill il 26 ottobre fu ucciso dai federali, che gli tagliarono la testa e la piantarono su un palo telegrafico. Intanto Price provò senza successo a contattare Quantrill che era intento nei suoi atti criminosi. Fra le critiche mosse al generale Price, ci furono le sue relazioni con la guerriglia, gli ordini dati all’inizio del raid, di non commettere nessun atto di distruzione e devastazione, stridevano con il feeling che aveva con i guerriglieri. Castel formula alcune ipotesi, in una afferma che Price riteneva gli atti compiuti da questi individui commessi solo in ritorsione ai crimini nordisti, oppure che le voci di nefandezze riportate fossero state esagerate e ingigantite, e infine (ed è anche il mio pensiero) che il disperato desiderio di togliere il controllo del “suo” Missouri dalle mani federali, avesse convinto Price a usare metodi che non tollerava (ma questo secondo il mio modesto parere, non lo giustificava in alcun modo). Gli atti di saccheggio e vandalismo si stavano verificando persino a Boonville, cittadina che aveva accolto a braccia aperta i soldati confederati, Jeff Thompson comandante della famosa brigata di ferro, più tardi ricordò che nel caos pensava solo a controllare la brigata dalla confusione che regnava nell’Armata. Il giorno 11 ottobre i cavalleggeri di Sanborn erano a poche miglia da Boonville, due giorni dopo Price si mosse verso ovest ed inviò la brigata Clark e la brigata Jackman (al comando di Shelby) ad effettuare un’incursione contro Glasgow. Il 14 dopo un accanito combattimento, Clark e Shelby catturarono una guarnigione di 550 uomini con moltissimi fucili ed altro materiale, il 15 ottobre la brigata di ferro sotto Thompson, catturò la cittadina di Sedalia sconfiggendo la milizia che la controllava. Le unità di veterani e i comandati migliori portavano le vittorie a Price. Il 17 le brigate distaccate tornarono all’armata, e i vittoriosi soldati confederati, molti dei quali abitavano in zona, si sentirono liberi di andare a trovare le famiglie, questo ridusse la forza effettiva dell’Armata che rallentò ulteriormente. Il giorno 18 fu una giornata di ‘picnic’ per missouriani, per sua fortuna le forze inseguitrici non attaccarono. Lo stesso giorno il generale Fagan rapportava il cattivo stato dei suoi arkansasiani affamati e ammalati, un rapporto parlava di catarro, bronchiti, polmoniti, affezioni reumatiche e gonfiori ghiandolari, gli uomini erano poco vestiti e senza coperte, e le scarse razioni non aiutavano a mantenere gli uomini in buona salute. In quei giorni George Todd, che ora comandava gli uomini di Quantrill, si presentò a Price che lo assegnò alla divisione Shelby in qualità di scout.

Fonti
Official Records of the War of the Rebellion
Albert Castle - General Sterling Price and the Civil war in the west
Robert L. Kerby - Kirby Smith Confederacy, the Trans-Mississippi South, 1863-1865