|
HOME>LE NAZIONI E LA GUERRA>Il caso Garibaldi
•Il caso Garibaldi
Testo di Antonio Gentile
Pubblicato il 25/01/2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario
Il 21 luglio 1861
si svolge la battaglia di Bull Run ( o Manassas). Gli esiti sono
nefasti per gli Stati unionisti. Il Nord degli USA è sotto shock. La
dura realtà si prospetta inevitabilmente agli occhi del paese. La
guerra non sarà ne breve ne relativamente indolore, ma si
prospettava lunga e cruenta.
Lincoln, dato che il governo USA aveva dimostrato simpatie per il
nascente
Regno d'Italia, inviando un Full Minister, l'ambasciatore Gregory
Perkins Marsh, a Torino, tramite il ministro americano Henry S.
Sanford, chiede a Garibaldi, mediante l'offerta di un comando con il
grado di maggior generale, i suoi servigi, sperando così di poter
annoverare l'illustre condottiero tra le fila degli unionisti, ed
essendo Garibaldi ormai famoso nelle Americhe, la cosa sarebbe
servita anche come sprone per il morale abbattuto della popolazione
nordista.
Garibaldi sembrava propendere per aperte simpatie nordiste; sia per
la sua presa di posizione in favore dell'emancipazione dei neri, sia
per contrastare le egemonie espansionistiche di Napoleone III,
contrarie alla dottrina Monroe.
Il condottiero rispose però in modo tiepido e non di slancio al
Sanford dopo alcuni giorni, adducendo problematiche legate alla
causa dell'unità d'Italia e del suo rapporto con il re Vittorio
Emanuele. Quest'ultimo sembrava invece ben predisposto a fare a meno
dell'illustre personaggio e diede pertanto il suo assenso.
Forte del consenso del re, Sanford si recò nuovamente da Garibaldi a
Caprera per portagli la buona notizia, ma anche ora Garibaldi ha
delle forti remore e esitazioni a partire. Egli chiedeva due
condizioni insindacabili per accettare la proposta di Lincoln:
1) il comando delle forze armata USA
2) l'abolizione della schiavitù
due condizioni inaccettabili per il governo USA di allora, dato che,
costituzionalmente, il comandante in capo dell'esercito USA era il
presidente e dato che, per evidenti motivi, abolire per legge la
schiavitù nel 1861, era politicamente impossibile.
Garibaldi ufficializzò la cosa con una lettera, influenzato anche
dal parere contrario di Mazzini e di una parte della pubblica
opinione italiana che lo voleva in patria, declinando l'offerta ma
rendendosi disponibile qualora la guerra fosse durata a lungo.
Dopo un anno le cose cambiarono e la effettiva disponibilità di
Garibaldi di partecipare alla guerra civile americana, fu declinata
definitivamente dal governo USA.
Fonti:
La Guerra Civile Americana vista dall'Europa – Il Mulino
Italiani nella Guerra Civile Americana – Prospettiva Editrice
|
|