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battaglie di Mine Creek, Newtonia, Fayetteville e la fine del raid
di Price
•Le battaglie di Mine Creek, Newtonia, Fayetteville e la fine del
raid di Price
Testo di Claudio Auditore
Pubblicato il
02/11/2013
Questo articolo fa
parte di una serie realizzata per coprire l'intero raid di Price in
Missouri. Si consiglia pertanto di consultarlo assieme alle altre
pagine dedicate alla campagna nella sezione "Le battaglie" del sito
web.
Mine Creek
Il 24 ottobre Price si ritirava in direzione di Fort Scott, lo
seguivano i 7000 uomini di Blunt e Pleasonton, Rosencrans aveva
ritirato il corpo di Smith a St. Louis, poiché non poteva più
raggiungere il nemico in fuga. Seguire l‘Armata in ritirata non era
difficile, Price si lasciava dietro una scia di carri, fucili,
coperte e materiale vario, ma anche morti, feriti e soldati esausti
che aspettavano solo di essere catturati. In Kansas i molti
missouriani presenti nell’Armata, covavano rancore verso gli
abitanti di quello Stato a causa delle depredazioni subite da amici
e parenti da parte dei guerriglieri nordisti. Meditando vendetta,
alcuni si lasciarono andare e numerose proprietà tra cui case e
fattorie furono date alle fiamme, i soldati del Kansas a loro volta
maltrattarono o uccisero molti prigionieri sudisti. La sera del 24,
Price sostò sulle rive del fiume ‘Marais des Cygnes’ vicino Potosi,
Marmaduke quella notte lo informò che il nemico pressava sui suoi
picchetti, ma il comandante ancora vittima di pessimi informatori
era convinto che il nemico fosse su una strada parallela alla sua
pronto a colpirlo sul fianco, i generali Marmaduke e Cabell
rinnovarono l’allarme, avvertendo che i federali erano sul retro
della colonna. La mattina del 25 i reggimenti dell'Unione si
abbatterono sulle retrovie creando una gran confusione, nonostante
questo, Price rimaneva convinto che l’attacco sarebbe avvenuto sul
fronte o sul fianco della sua lunghissima colonna e non diede peso a
ciò che stava avvenendo dietro di lui. Aveva disposto Shelby di
fronte e la buona brigata Tyler al centro, le divisioni
Fagan e Marmaduke erano sul retro, dove stava per abbattersi l’urto
federale! A mezzogiorno circa, dopo quindici miglia di marcia,
l’avanguardia confederata attraversò il ‘Little Osage River’, Price
ordinò a Shelby di attaccare Fort Scott, difeso da un migliaio di US
colored Troops, prima che l’attacco cominciasse un dispaccio lo
informava di precipitarsi nella retroguardia dove il nemico era
comparso in forze, Price si era già messo in movimento con staff e
scorta. Nelle retrovie era successo che il lungo traino stava
oltrepassando un torrente dalle alte rive e abbastanza profondo
chiamato Mine Creek, il guado a un certo punto fu intasato dal
traffico, gruppi di rifugiati, carri e animali bloccarono
l’attraversamento, proprio nel momento che alle loro spalle
spuntarono due brigate di Pleasonton, 2500 uomini erano a soli 500
metri da loro. Le divisioni Marmaduke (a destra) e la divisione
Fagan (a sinistra) si schierarono in linea per difendere la
carovana, insieme ad 8 cannoni, questi aprirono il fuoco ma non
procurarono molto danno al nemico che adesso si riversò loro
addosso. Una brigata colpì il centro di Marmaduke, l’altra il fianco
sinistro di Fagan, dopo un furioso combattimento corpo a corpo, i
confederati mollarono i fucili e scapparono in ogni direzione per la
prateria, alcuni trovarono scampo gettandosi nel torrente. Il freddo
degli ultimi giorni e il deterioramento delle uniformi, fece sì che
molti confederati indossassero le giubbe catturate al nemico nei
giorni precedenti, e forse fu la paura di essere catturati e passati
per le armi come spie, che fece si che non si arrendessero in massa.
Nonostante questo, 900 di essi caddero prigionieri, compresi i
generali Marmaduke e Cabell e il colonnello Slemons, otto cannoni
furono catturati, giacevano a terra, morti o feriti 300 soldati, i
federali dal canto loro avevano perso solo 150 uomini. Quando Price
arrivò sul luogo della battaglia, si trovò davanti ad un orribile
spettacolo, la prateria era ricoperta di morti e feriti, oggetti
abbandonati e orde di uomini delle battute divisioni che correvano
nell’erba alta, dopo la sorpresa si ricompose e per fermare gli
unionisti cercò di radunare gli uomini intorno a se, ma questi in
preda al panico, erano sordi a quel che veniva detto loro e
continuavano a correre. Non rimaneva che Shelby, l’abile generale
appena arrivato, dispose le sue truppe su tre file, la prima sparava
e si metteva dietro la terza e così via, garantendo un fuoco
costante, con poche perdite Shelby diede il tempo di radunare i
demoralizzati soldati e rimettere in moto la lunga carovana. Un
altro intoppo avvenne a un guado sul ’Marmiton River’ i mille uomini
radunati da Fagan e Clark(nuovo comandante della divisione Marmaduke)
furono piazzati dietro un muro di pietra a coprire l’arretramento di
Shelby, i federali stremati dalla marcia e dal combattimento
cominciavano ad essere meno incisivi. La brigata McNeil scambiò
ancora le reclute non armate per altre truppe, pensando di andare
incontro a una sconfitta si ritirò scambiando solo delle scariche di
fucileria verso la colonna, poi le disarmate reclute di Tyler
caricarono bravamente e Price e Shelby poterono finalmente
sganciarsi. McNeil non provò a inseguire e Pleasonton portò le sue
truppe a Fort Scott a mangiare e a riposare, in campo era rimasto
Curtis con le truppe di Blunt, non avevano combattuto durante la
giornata, ma anche loro si spostarono a Fort Scott, i confederati
riuscirono a ritirarsi indisturbati.
Newtonia e
Fayetteville
Superato il Marmiton River, Price ordinò la distruzione dei carri e
dei materiali in eccesso o superflui, in breve tempo la prateria era
illuminata dal fuoco di un terzo dei carri, poi l’Armata riprese la
marcia verso Sud. Poco di militaresco rimaneva, escludendo la
divisione Shelby e la Brigata Tyler, il resto era una massa informe
di uomini demoralizzati che voleva solo tornare a casa. Il ventisei
Price raggiunse Carthage, dove finalmente trovò delle vettovaglie
per gli uomini e concesse qualche giorno di riposo avendo ricevuto
notizia che il nemico non era nelle vicinanze, ma per l’ennesima
volta nella campagna ricevette informazioni sbagliate, Curtis con la
divisione Blunt e due brigate (Sanborn e McNeil) della divisione
Pleasonton, tallonavano da vicino Price, mentre gli uomini
raccoglievano granturco, alcuni cavalleggeri della divisione Fagan
galoppando annunciavano l’arrivo degli Yankees. Ancora una volta il
generale Shelby con la sua divisione (insieme ai resti della brigata
Cabell) fu chiamato ad arginare il nemico. In realtà era solo Blunt
che aveva raggiunto i confederati, questi invece di attendere i
commilitoni di Pleasonton, attaccò immediatamente, Shelby lo
respinse e tentò di aggirarlo sul fianco, solo l’arrivo sul campo
della brigata Sanborn salvò Blunt dalla disfatta, lo scontro fu
chiamato battaglia di Newtonia. L’armata marciò in Missouri
meridionale e in Arkansas settentrionale e il tempo divenne
tipicamente invernale, i primi fiocchi di neve accompagnarono
l’Armata del Missouri nel suo cammino e molti uomini si ammalarono
di polmonite. Il primo giorno di novembre i confederati erano nel
villaggio di Cane Hill e Price ordinò l’alt, fu trovato un po’ di
cibo e di riposo. Il generale Fagan comandante la divisione
dell’Arkansas intendeva mandare i suoi uomini a casa in licenza, ma
la ‘porta’ per lo stato era sbarrata da Fayetteville che con la sua
guarnigione impediva il passaggio, convinse Price ad affidargli 500
soldati delle forze di Shelby più la batteria Collins, per
sbarazzarsi dell’ostacolo. In mezzo ad una bufera di neve, il 2
novembre il distaccamento si mosse. Gli uomini vuoi per il clima,
vuoi per il morale a terra, o per l’operazione considerata senza
senso, non intendevano attaccare, con la notizia dell’avvicinamento
di Blunt, i confederati tornarono indietro e l’assedio terminò.
Questa fu l’ultima azione dell’Armata del Missouri.
Il
disfacimento dell’Armata, la fame e il ritorno alle linee amiche
Il riposo a Cane Hill segnò il disfacimento dell’Armata, gli
arkansasiani cominciarono a lasciare la colonna singolarmente o a
gruppi, Price risolse la situazione mandando in licenza le brigate
dell’Arkansas, Dobbin e McCray, ma anche le brigate Freeman e
Jackman del Missouri: in pratica tutte le unità radunate in Arkansas
e composte dalle reclute, queste quattro brigate dovevano tornare in
servizio a dicembre. Rimasero con Price le brigate Thompson, Clark,
Cabell, Crawford (ex Slemons) e la brigata Tyler formata dalle
reclute del Missouri che ben si era comportata. Il 4 novembre
l’Armata si mosse da Cane Hill, Price per essere sicuro di non
essere intercettato cambiò l’ordine di marcia in direzione dei
Territori Indiani, come il piano originale di Kirby-Smith prevedeva.
Intanto i federali all’inseguimento notarono che per miglia gli
alberi di olmo erano stati spogliati per fornire cibo agli affamati
confederati. Curtis e i suoi uomini arrivarono a Cane Hill il 6, due
giorni dopo il giorno 8 novembre, raggiunse il fiume Arkansas, seppe
che l’Armata di Price era riparata nei Territori Indiani, quindi
pose fine all’inseguimento. Nei Territori cominciò l’ultima
terribile prova di questa campagna: la fame! Le scorte della
sussistenza erano in pratica a zero e quelle terre inospitali non
offrivano nulla, i confederati uccidevano i cavalli, ma non
disdegnavano carcasse di muli e di lupi, il Quartiere Generale di
Price aveva posto numerose sentinelle attorno, dato che si era
sparsa la notizia che vi si trovavano enormi quantità di cibo. Il
giorno nove mattina, venti soldati si presentarono alla mensa degli
ufficiali di stato maggiore, mangiando la stessa magra colazione
dello staff. Anche i cavalli soffrivano per la mancanza di erba
nella prateria erano magri e stremati e costrinsero ad arrancare a
piedi anche alcuni generali, fra loro Thompson e Clark. In seguito i
resoconti dei soldati descrissero sofferenze terribili per i morsi
della fame. Oramai come un brusio in sottofondo, per tutta la
lunghezza dell’Armata, si sentiva: ”God Damn Price!”. Il 10 novembre
le brigate Cabell e Crawford furono mandate in licenza, anche per
loro il ritorno in servizio era previsto per il dicembre ’64. Il
giorno seguente l’undici novembre Shelby chiese di potersi accampare
con la sua eroica brigata, vicino il Canadian River, per far
riposare uomini e cavalli. L’Armata, ridotta alle sole brigate Clark
e Tyler, entrava in Texas, il 30 novembre a Clarksville un ordine di
Magruder istruiva Price di accamparsi a Laynesport in Arkansas cosa
che fece il 2 dicembre, la campagna in Missouri cominciata 96 giorni
prima, era ufficialmente terminata.
Fonti
Official Records of the War of the Rebellion
Albert Castle - General Sterling Price and the Civil war in the west
Robert L. Kerby - Kirby Smith Confederacy, the Trans-Mississippi
South, 1863-1865
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